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Sport e ambiente: l'Uisp per la Giornata della terra

Il 22 aprile si celebra la Giornata promossa dall'Onu nel 1970. Francesco Turrà, Uisp, ribadisce l'impegno Uisp per uno sport sostenibile e solidale

 

Le Nazioni Unite celebrano l’Earth Day ogni anno, un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera: la Giornata è nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. “La giornata della terra ci ricorda che la sostenibilità ambientale non è solo un vezzo o un dovere morale o etico - dice Francesco Turrà, responsabile Politiche ambientali Uisp - è soprattutto una necessità concreta di preservare lo sviluppo della società su questo pianeta. Tale giornata, infatti, porta con sé un’altra ricorrenza, l'overshoot day, ovvero il giorno in cui le risorse del pianeta (prodotte in un anno solare) finiscono e noi iniziamo a sfruttare quelle dell'anno successivo. Questa data diventa sempre più insostenibile per una società come la nostra, che si vuole definire democratica e inclusiva. Ed è in particolar modo insostenibile per il nostro Paese, che nel 2023 celebrerà l'esaurimento virtuale di tali risorse il 15 maggio, posizionandosi al secondo posto dopo il Giappone per consumo di risorse. Ma questo consumo, virtuale per il nostro sistema economico nazionale, è reale non solo per i Paesi cui invece tali risorse vengono sottratte grazie al potere economico dei Paesi occidentali, ma anche per le generazioni future a cui stiamo letteralmente sottraendo le risorse necessarie a far proseguire la vita su questo pianeta”.

In occasione dell’Earth Day anche l’Unicef segnala, infatti, che in tutto il mondo circa 1 miliardo di bambini, quasi la metà dei bambini del pianeta, è ad altissimo rischio per gli impatti della crisi climatica. Inquinamento, scarsità d’acqua ed eventi meteorologici estremi sempre più diffusi e frequenti stanno minacciando un’intera generazione di bambini e adolescenti: a livello globale entro il 2040 quasi 1 bambino su 4 vivrà in aree con elevata scarsità di acqua, in Italia si stima che nel 2050 la maggior parte dei bambini sarà esposta ad ondate di calore sempre più frequenti. 

“Come Uisp - prosegue Turrà - il nostro impegno non deve limitarsi solo a promuovere lo sport sostenibile, ma a diffondere una cultura della sostenibilità e della solidarietà, necessaria a cambiare un paradigma di sviluppo ormai chiaramente insostenibile. Le buone prassi sviluppate negli anni, che in maniera avanguardistica la Uisp ha portato avanti da molto prima che questo tema diventasse centrale e "mainstream", devono essere trasformate in azioni sistemiche di contaminazione sul territorio dove sono state sviluppate, unendosi a tutte quelle realtà che mettono la questione ambientale al centro del loro impegno, al fine di fare massa critica concreta nel sistema pubblico decisionale e invertire finalmente un trend che, nonostante la propaganda, le dichiarazioni e le buone intenzioni del caso, continua ad essere catastroficamente in peggioramento”.

Anche Uisp Emilia Romagna ricorda l'impegno dell'associazione per una nuova cultura della sostenibilità nello sport, attraverso un prodotto editoriale che riassume le campagne recenti del Comitato sul tema.